CU- Planimetrie Catastali
Anche se allegata al DocFa in formato dxf, la planimetria catastale rilasciata dal Catasto è copia ed in formato pdf, il motivo non è dato sapere.
La planimetria catastale è un documento catastale molto importante, di tipo grafico generalmente in scala 1/200, ma può essere anche in scala 1/100 o 1/500 a seconda della grandezza dell'immobile che rappresenta.
Lo scopo primario per cui esiste, è quello di consentire il calcolo della consistenza dell'unità immobiliare alla quale fa riferimento, quindi dei vani catastali, se si tratta di abitazioni, dei metri quadri o metri cubi, se trattasi di altre tipologie catastali.
Breve cronistoria
Dall'impianto del Nuovo Catasto Edilizio Urbano, avvenuta tra il 1937 e il 1939, i tecnici del catasto, eseguirono l'accertamento delle unitá immobiliari urbane a seguito di sopralluoghi, eseguendo degli schizzi (mod. 5) solo per il calcolo sintetico della consistenza catastale, invitando successivamente i proprietari a redigere disegno in scala dell'unità accertata, su appositi modelli catastali in carta millimetrata, queste furono le prime planimetrie catastali conservate dal catasto.
Successivamente, per eseguire nuovi accatastamenti o variazioni di immobili esistenti, il proprietario era tenuto a far redigere dal tecnico abilitato, oltre a tutto l'incartamento della pratica catastale, le planimetrie redatte su di appositi moduli (Modello B) in carta lucida millimetrata.
Durante la meccanizzazione su base informatica del catasto, le planimetrie catastali furono rasterizzate e conservate in formato di immagine digitale, aggiornate ogni qual volta viene presentata dal proprietario una variazione planimetrica, redatta sempre da un tecnico abilitato direttamente in formato digitale con il software DOCFA.
La planimetria catastale di un determinato subalterno si può richiedere in Catasto o piattaforma Sister (mediante delega al professionista). E’ obbligatorio scrivere le altezze dei locali. I valori dell’altezza sono espressi in metri, con arrotondamento preferibilmente ai cinque centimetri, misurati da pavimento a soffitto, e comunque con arrotondamento al centimetro.-unità immobiliari con altezze uniformi: va indicata una sola volta; unità immobiliari con locali con altezze diverse: opportuno indicare in ogni ambiente;locale con altezza variabile: indicare l’altezza minima e massima.Si devono evidenziare con linea tratteggiata le parti che hanno altezza inferiore a m. 1,50 riportando la linea virtuale che ne evidenzia la proiezione a terra con la dicitura ''hm = 1.50''. Nelle u.i.u. abitative è obbligatorio indicare solamente la destinazione degli ambienti relativi alle cucine, bagni e accessori indiretti (cantine, soffitte, ripostiglio, ingresso, disimpegno, ecc…). Tali indicazioni non vincolano il calcolo della consistenza e della connessa rendita catastale; L’indicazione del piano deve trovare corrispondenza con i dati del quadro “U” del libretto Docfa, in particolare:non possono essere usate le dizioni piano “sottotetto” (deve essere un numero distinto) o piano “rialzato” (deve essere piano terreno o piano primo);è accettabile nell’elaborato grafico le dizioni di piano “soppalco”. Il piano soppalco viene solo indicato in planimetria e non trova corrispondenza nel quadro.- la planimetria delle u.i. a più piani deve essere estesa a tutti i piani, anche se solo alcuni accessori sono posti in piani differenti da quello che contiene il resto dell’u.i. Non deve mai mancare la rappresentazione della pertinenza scoperta esclusiva, se presente.Il disegno dell’unità immobiliare deve essere essenziale nella rappresentazione della parte esclusiva di proprietà. La rappresentazione delle corti esclusive senza interruzione delle linee di confine e quindi della loro estensione; nel caso di corti esclusive di estensione tale che la rappresentazione alla scala ordinaria dell’u.i. (1:200) ecceda il formato disponibile, la corte può essere rappresentata in una scheda separata, nella scala più opportuna; conseguentemente al medesimo identificativo catastale vengono associate più schede, con diverse scale di rappresentazione; La rappresentazione la sagoma del fabbricato, utile per individuare la posizione della stessa nell’ambito della particella in mancanza dell'elaborato planimetrico; nei casi in cui il perimetro del fabbricato non rientri nel formato della scheda è sufficiente rappresentare, con semplice accenno, le parti limitrofe all’u.i.u. trattata. la rappresentazione, con tratto sottile e mediante semplice accenno, della posizione del vano scale comune, del pianerottolo e dell’eventuale disimpegno di accesso alla u.i. L’indicazione dei muri delimitanti gli ambienti, ivi compresi quelli perimetrali dell’u.i., anche se in comunione; qualora non sia possibile misurarne lo spessore, il tecnico potrà stimarne la dimensione, menzionando la circostanza nella relazione tecnica. Indicazione dei numeri dei subalterni o delle particelle confinanti in mancanza dell'elaborato planimetrico, ovvero la dizione “altra u.i.u.”.Si rammenta che, con la nuova procedura, la esatta consistenza delle parti comuni (beni comuni non censibili) è rappresentata sull’elaborato planimetrico.Per le categorie Speciali e Particolari essendo i fabbricati di grosse dimensioni, oltre ai grafici descritti è opportuno allegare ,ove necessario, di un quadro di insieme. E’ opportuno precisare, ad integrazione delle disposizioni già emanate con le circolari n. 9 del 26 novembre 2001 e n. 1 del 13 febbraio 2004, che:
1-) ciascuna planimetria deve essere correttamente ed accuratamente disegnata, secondo le regole correnti dei disegni edili, nella scala di 1:200 tenendo presente che, per unità immobiliari di dimensioni contenute, è consentita l’adozione della scala 1:100, ovvero 1:50.
2-) Per le unità immobiliari in villa, in castelli o signorili, nonché per le unità a destinazione speciale o particolare è consentito l’uso nella rappresentazione grafica della scala 1:500.
3-) La planimetria, a pena di mancata accettazione della pratica DocFa,
DEVE CONTENERE:
• la corretta indicazione della scala di rappresentazione che deve essere unica all’interno di una singola scheda;
•l’indicazione dell’altezza dei singoli locali;
• nel caso dialtezza costante su tutto il piano è sufficiente riportarne la misura una volta sola;
•nel caso dilocali ad altezza variabile, per ciascuno di essi devono essere riportate le altezze: minima e massima;
•nel caso di altezza minima inferiore a m. 1,50, deve essere rappresentata, a linea tratteggiata sottile, la delimitazione tra le porzioni a diversa altezza e, a margine della stessa, deve essere riportata l’indicazione h = m. 1,50;
•i valori dell’altezza sono espressi in metri, con arrotondamento ai cinque centimetri, misurati da pavimento a soffitto;
• il simbolo di orientamento a mezzo di freccia rivolta verso il Nord, tracciato esternamente al disegno, in qualunque posizione, ma preferibilmente in basso a destra del foglio;
• la corretta indicazione del piano o dei piani in caso fossero in numero maggiore di uno;
• la planimetria delle unità immobiliari a più piani deve essere estesa a tutti i piani, anche se solo alcuni accessori sono posti in piani differenti da quello che contiene il resto dell’unità immobiliare.
NON deve MAI MANCARE:
•la rappresentazione della pertinenza scoperta esclusiva, se presente:
•la rappresentazione, con tratto sottile e mediante semplice accenno, della posizione del vano scala comune, del pianerottolo e dell’eventuale disimpegno di accesso all’unità immobiliare e, in mancanza dell’elaborato planimetrico, anche del perimetro del fabbricato;
•accesso all’unità immobiliare e, in mancanza dell’elaborato planimetrico, anche del perimetro del fabbricato;
•nell’interno del disegno, in corrispondenza del vano destinato a cucina, la parola “cucina” o il simbolo “K” ed in corrispondenza di ciascun accessorio (a servizio diretto o indiretto) la denominazione che ne spiega l’uso: “ingresso”, “corridoio”, “bagno”, “w.c.”, “w.c.-doccia”, “ripostiglio”, “veranda”, “vano buio”, “soffitta”,“cantina”, “legnaia”, “retro”, ecc..
Tali indicazioni non vincolano il calcolo della consistenza e della connessa rendita catastale.
•la corretta rappresentazione delle corti esclusive senza interruzione delle linee di confine e quindi della loro estensione; nel caso di corti esclusive di estensione tale che la rappresentazione alla scala ordinaria dell’unità immobiliare (1:200) ecceda il formato disponibile, la corte potrà essere rappresentata in una scheda separata, nella scala più opportuna; conseguentemente al medesimo identificativo catastale vengono associate più schede, con diverse scale di rappresentazione;
•l’indicazione dei muri delimitanti gli ambienti, ivi compresi quelli perimetrali dell’unità immobiliare, anche se in comunione; ogni muro deve essere sempre delimitato da linee continue anche allo scopo di un corretto calcolo della superficie.
•La planimetria NON DEVE contenere:
•le retinature, gli arredi, le informazioni superflue, quali l’indicazione dei nominativi dei confinanti, al posto dei quali sono indicati i numeri di mappa e subalterni e/o la dicitura “altra u.i.u.”;
•le campiture od i riempimenti che pongano in evidenza muri portanti e pilastri od altri manufatti edilizi.
•Nella planimetria della singola unità immobiliare, non è più necessario indicare i numeri dei subalterni o delle particelle confinanti, in presenza dell’elaborato planimetrico, redatto con le specifiche che seguono (individuazione del perimetro delle unità immobiliari).
La planimetria catastale è un documento catastale molto importante, di tipo grafico generalmente in scala 1/200, ma può essere anche in scala 1/100 o 1/500 a seconda della grandezza dell'immobile che rappresenta.
Lo scopo primario per cui esiste, è quello di consentire il calcolo della consistenza dell'unità immobiliare alla quale fa riferimento, quindi dei vani catastali, se si tratta di abitazioni, dei metri quadri o metri cubi, se trattasi di altre tipologie catastali.
Breve cronistoria
Dall'impianto del Nuovo Catasto Edilizio Urbano, avvenuta tra il 1937 e il 1939, i tecnici del catasto, eseguirono l'accertamento delle unitá immobiliari urbane a seguito di sopralluoghi, eseguendo degli schizzi (mod. 5) solo per il calcolo sintetico della consistenza catastale, invitando successivamente i proprietari a redigere disegno in scala dell'unità accertata, su appositi modelli catastali in carta millimetrata, queste furono le prime planimetrie catastali conservate dal catasto.
Successivamente, per eseguire nuovi accatastamenti o variazioni di immobili esistenti, il proprietario era tenuto a far redigere dal tecnico abilitato, oltre a tutto l'incartamento della pratica catastale, le planimetrie redatte su di appositi moduli (Modello B) in carta lucida millimetrata.
Durante la meccanizzazione su base informatica del catasto, le planimetrie catastali furono rasterizzate e conservate in formato di immagine digitale, aggiornate ogni qual volta viene presentata dal proprietario una variazione planimetrica, redatta sempre da un tecnico abilitato direttamente in formato digitale con il software DOCFA.
La planimetria catastale di un determinato subalterno si può richiedere in Catasto o piattaforma Sister (mediante delega al professionista). E’ obbligatorio scrivere le altezze dei locali. I valori dell’altezza sono espressi in metri, con arrotondamento preferibilmente ai cinque centimetri, misurati da pavimento a soffitto, e comunque con arrotondamento al centimetro.-unità immobiliari con altezze uniformi: va indicata una sola volta; unità immobiliari con locali con altezze diverse: opportuno indicare in ogni ambiente;locale con altezza variabile: indicare l’altezza minima e massima.Si devono evidenziare con linea tratteggiata le parti che hanno altezza inferiore a m. 1,50 riportando la linea virtuale che ne evidenzia la proiezione a terra con la dicitura ''hm = 1.50''. Nelle u.i.u. abitative è obbligatorio indicare solamente la destinazione degli ambienti relativi alle cucine, bagni e accessori indiretti (cantine, soffitte, ripostiglio, ingresso, disimpegno, ecc…). Tali indicazioni non vincolano il calcolo della consistenza e della connessa rendita catastale; L’indicazione del piano deve trovare corrispondenza con i dati del quadro “U” del libretto Docfa, in particolare:non possono essere usate le dizioni piano “sottotetto” (deve essere un numero distinto) o piano “rialzato” (deve essere piano terreno o piano primo);è accettabile nell’elaborato grafico le dizioni di piano “soppalco”. Il piano soppalco viene solo indicato in planimetria e non trova corrispondenza nel quadro.- la planimetria delle u.i. a più piani deve essere estesa a tutti i piani, anche se solo alcuni accessori sono posti in piani differenti da quello che contiene il resto dell’u.i. Non deve mai mancare la rappresentazione della pertinenza scoperta esclusiva, se presente.Il disegno dell’unità immobiliare deve essere essenziale nella rappresentazione della parte esclusiva di proprietà. La rappresentazione delle corti esclusive senza interruzione delle linee di confine e quindi della loro estensione; nel caso di corti esclusive di estensione tale che la rappresentazione alla scala ordinaria dell’u.i. (1:200) ecceda il formato disponibile, la corte può essere rappresentata in una scheda separata, nella scala più opportuna; conseguentemente al medesimo identificativo catastale vengono associate più schede, con diverse scale di rappresentazione; La rappresentazione la sagoma del fabbricato, utile per individuare la posizione della stessa nell’ambito della particella in mancanza dell'elaborato planimetrico; nei casi in cui il perimetro del fabbricato non rientri nel formato della scheda è sufficiente rappresentare, con semplice accenno, le parti limitrofe all’u.i.u. trattata. la rappresentazione, con tratto sottile e mediante semplice accenno, della posizione del vano scale comune, del pianerottolo e dell’eventuale disimpegno di accesso alla u.i. L’indicazione dei muri delimitanti gli ambienti, ivi compresi quelli perimetrali dell’u.i., anche se in comunione; qualora non sia possibile misurarne lo spessore, il tecnico potrà stimarne la dimensione, menzionando la circostanza nella relazione tecnica. Indicazione dei numeri dei subalterni o delle particelle confinanti in mancanza dell'elaborato planimetrico, ovvero la dizione “altra u.i.u.”.Si rammenta che, con la nuova procedura, la esatta consistenza delle parti comuni (beni comuni non censibili) è rappresentata sull’elaborato planimetrico.Per le categorie Speciali e Particolari essendo i fabbricati di grosse dimensioni, oltre ai grafici descritti è opportuno allegare ,ove necessario, di un quadro di insieme. E’ opportuno precisare, ad integrazione delle disposizioni già emanate con le circolari n. 9 del 26 novembre 2001 e n. 1 del 13 febbraio 2004, che:
1-) ciascuna planimetria deve essere correttamente ed accuratamente disegnata, secondo le regole correnti dei disegni edili, nella scala di 1:200 tenendo presente che, per unità immobiliari di dimensioni contenute, è consentita l’adozione della scala 1:100, ovvero 1:50.
2-) Per le unità immobiliari in villa, in castelli o signorili, nonché per le unità a destinazione speciale o particolare è consentito l’uso nella rappresentazione grafica della scala 1:500.
3-) La planimetria, a pena di mancata accettazione della pratica DocFa,
DEVE CONTENERE:
• la corretta indicazione della scala di rappresentazione che deve essere unica all’interno di una singola scheda;
•l’indicazione dell’altezza dei singoli locali;
• nel caso dialtezza costante su tutto il piano è sufficiente riportarne la misura una volta sola;
•nel caso dilocali ad altezza variabile, per ciascuno di essi devono essere riportate le altezze: minima e massima;
•nel caso di altezza minima inferiore a m. 1,50, deve essere rappresentata, a linea tratteggiata sottile, la delimitazione tra le porzioni a diversa altezza e, a margine della stessa, deve essere riportata l’indicazione h = m. 1,50;
•i valori dell’altezza sono espressi in metri, con arrotondamento ai cinque centimetri, misurati da pavimento a soffitto;
• il simbolo di orientamento a mezzo di freccia rivolta verso il Nord, tracciato esternamente al disegno, in qualunque posizione, ma preferibilmente in basso a destra del foglio;
• la corretta indicazione del piano o dei piani in caso fossero in numero maggiore di uno;
• la planimetria delle unità immobiliari a più piani deve essere estesa a tutti i piani, anche se solo alcuni accessori sono posti in piani differenti da quello che contiene il resto dell’unità immobiliare.
NON deve MAI MANCARE:
•la rappresentazione della pertinenza scoperta esclusiva, se presente:
•la rappresentazione, con tratto sottile e mediante semplice accenno, della posizione del vano scala comune, del pianerottolo e dell’eventuale disimpegno di accesso all’unità immobiliare e, in mancanza dell’elaborato planimetrico, anche del perimetro del fabbricato;
•accesso all’unità immobiliare e, in mancanza dell’elaborato planimetrico, anche del perimetro del fabbricato;
•nell’interno del disegno, in corrispondenza del vano destinato a cucina, la parola “cucina” o il simbolo “K” ed in corrispondenza di ciascun accessorio (a servizio diretto o indiretto) la denominazione che ne spiega l’uso: “ingresso”, “corridoio”, “bagno”, “w.c.”, “w.c.-doccia”, “ripostiglio”, “veranda”, “vano buio”, “soffitta”,“cantina”, “legnaia”, “retro”, ecc..
Tali indicazioni non vincolano il calcolo della consistenza e della connessa rendita catastale.
•la corretta rappresentazione delle corti esclusive senza interruzione delle linee di confine e quindi della loro estensione; nel caso di corti esclusive di estensione tale che la rappresentazione alla scala ordinaria dell’unità immobiliare (1:200) ecceda il formato disponibile, la corte potrà essere rappresentata in una scheda separata, nella scala più opportuna; conseguentemente al medesimo identificativo catastale vengono associate più schede, con diverse scale di rappresentazione;
•l’indicazione dei muri delimitanti gli ambienti, ivi compresi quelli perimetrali dell’unità immobiliare, anche se in comunione; ogni muro deve essere sempre delimitato da linee continue anche allo scopo di un corretto calcolo della superficie.
•La planimetria NON DEVE contenere:
•le retinature, gli arredi, le informazioni superflue, quali l’indicazione dei nominativi dei confinanti, al posto dei quali sono indicati i numeri di mappa e subalterni e/o la dicitura “altra u.i.u.”;
•le campiture od i riempimenti che pongano in evidenza muri portanti e pilastri od altri manufatti edilizi.
•Nella planimetria della singola unità immobiliare, non è più necessario indicare i numeri dei subalterni o delle particelle confinanti, in presenza dell’elaborato planimetrico, redatto con le specifiche che seguono (individuazione del perimetro delle unità immobiliari).
L’Elaborato Planimetrico, ( la cui presentazione risulta sempre necessaria nel caso che la dichiarazione interessi due o più unità immobiliari dotate di beni comuni non censibili, oppure anche un solo immobile da censire in una delle categorie del gruppo F),
DEVE contenere, sempre a pena di rifiuto, le seguenti indicazioni:
• per ogni piano, le parti coperte e quelle scoperte;
•il perimetro dell’edificato;
• l’indicazione degli accessi ed il perimetro delle singole unità immobiliari;
• per ogni porzione di fabbricato rappresentata, il subalterno assegnato ed eventuali riferimenti di piano;
•la rappresentazione con linea continua e senza interruzione della linea di confine, che delimiti ciascuna porzione immobiliare coperta o scoperta, comprese quelle raggruppabili nelle categorie fittizie F/1, F/2, F/3, F/4 ed F/5;
•il subalterno di ogni porzione immobiliare identificata, ovvero il numero di mappa per le aree urbane, in modo che tutte le superfici di piano risultino completamente identificate;
• l’indicazione del numero di almeno due particelle o la denominazione delle strade e delle acque (fiume, lago, ecc.) a confine del lotto.
• Relativamente alle pertinenze esclusive dell’unità immobiliare, è facoltà del professionista attribuire un nuovo subalterno (dando luogo conseguentemente ad un identificativo graffato),
ovvero
assegnare il medesimo subalterno dell’unità cui fa riferimento;
In tale ultima circostanza nell’elenco dei subalterni si dovrà fare espressa menzione delle diverse destinazioni
DEVE contenere, sempre a pena di rifiuto, le seguenti indicazioni:
• per ogni piano, le parti coperte e quelle scoperte;
•il perimetro dell’edificato;
• l’indicazione degli accessi ed il perimetro delle singole unità immobiliari;
• per ogni porzione di fabbricato rappresentata, il subalterno assegnato ed eventuali riferimenti di piano;
•la rappresentazione con linea continua e senza interruzione della linea di confine, che delimiti ciascuna porzione immobiliare coperta o scoperta, comprese quelle raggruppabili nelle categorie fittizie F/1, F/2, F/3, F/4 ed F/5;
•il subalterno di ogni porzione immobiliare identificata, ovvero il numero di mappa per le aree urbane, in modo che tutte le superfici di piano risultino completamente identificate;
• l’indicazione del numero di almeno due particelle o la denominazione delle strade e delle acque (fiume, lago, ecc.) a confine del lotto.
• Relativamente alle pertinenze esclusive dell’unità immobiliare, è facoltà del professionista attribuire un nuovo subalterno (dando luogo conseguentemente ad un identificativo graffato),
ovvero
assegnare il medesimo subalterno dell’unità cui fa riferimento;
In tale ultima circostanza nell’elenco dei subalterni si dovrà fare espressa menzione delle diverse destinazioni
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